TAMPON TAX di Beatrice Brignone

Tampon Tax, di Beatrice Brignone. Pubblicato nel 2021, edito da People Pub.

Nella pagina antecedente alla prefazione di Giuseppe Civati, ci sono due premesse molto importanti. La prima è stata detta da David Parenzo, a gennaio 2016:

Una grande battaglia di civiltà, quella di Civati. La sinistra riparta dal tampax. è di una concretezza inaudita: altroché il sol dell’avvenire, la vera rivoluzione passa anche da questo. Abbassare l’Iva sui tampax. La concretezza. è il fatto che si presenti una proposta di legge, magari ci sono altri strumenti, dentro la finanziaria, ma il fatto che si presenti una proposta di legge…
La seconda è di Giulia Testa, che il 6 dicembre 2019 diceva così:

La questione sulla tassazione degli assorbenti, comunque, non può essere letta solo attraverso una lente economica. Oltre la battaglia politica, c’è anche e soprattutto quella culturale. Equiparando i prodotti per le mestruazioni ad altri beni che non sono di prima necessità, come i telefoni o la birra, si manda alla società un messaggio distorto.

In alcuni Stati, gli assorbenti sono stati detassati. In altri ancora sono gratuiti per studentesse e donne in difficoltà. In Italia, invece, vengono tassati come un bene di lusso, come se fosse un divertimento avere dai 3 ai 7 giorni di ciclo mestruale tutti i mesi (quando dura poco).

La Scozia è il primo Stato al mondo che ha reso gli assorbenti e i prodotti igienici femminili gratuiti, già nel 2018, quando la tassazione su questi prodotti era pari al 5%, quasi come i nostri beni di prima necessità. Invece in Italia, ricordiamoci, sono tassati come beni di lusso. La prima firmataria è stata Monica Lennon, insieme a 112 favorevoli, 9 contrari e un solo astenuto. Lennon ha dichiarato che “i prodotti per le mestruazioni femminili sono un diritto e quindi devono essere disponibili per tutti“.

Le mestruazioni arrivano ogni mese, durano in media dai tre ai cinque giorni e, per una questione igienica e sanitaria, bisogna cambiarsi almeno quattro volte al giorno. Si stima che in Italia le donne che ogni mese si recano al supermercato per comprare assorbenti siano 21 milioni. Ogni anno in Italia vengono vendute 2,6 miliardi di salviette igieniche, con l’Iva al 22%. Ogni donna, dal menarca alla menopausa, escludendo le eventuali gravidanze, ha circa 520 cicli mestruali e consuma almeno 120 mila assorbenti. I prezzi allo scaffale sono molto variabili, una confezione da 14 salviettine igieniche costa 4 euro, e spesso ne servono 2. Per la legge italiana questo prodotto non è considerato bene di prima necessità, ed è tassato al 22%. Calcolando che per tredici cicli l’anno vengano spesi, tra assorbenti esterni ed interni, circa 126 euro, di questi 22,88 euro vanno allo Stato come imposta sul valore aggiunto. Milena Gabanelli
Nonostante il fatto che “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore” – anche se sappiamo che purtroppo non è ancora così – la donna si deve “accollare” il costo degli assorbenti ogni mese, con una tassazione massima. Altro aspetto da considerare è il fatto che gli uomini hanno molta più possibilità di fare carriera all’interno di un’azienda, raramente chiedono il part-time e – in media – dedicano solamente 9 ore ad attività extra-lavorative come la cura della casa o dei figli. Le donne, invece, si trovano in situazioni più difficili. Raramente occupano posizioni dirigenziali in un’azienda, chiedono spesso il part-time per accudire i figli (e questo fattore le porta spesso a licenziarsi e a stare fuori dal mercato lavorativo per molto tempo, facendo poi più fatica a reinserirsi).

Purtroppo, però, non siamo gli unici ad avere una tassazione alta sugli assorbenti perché in Ungheria è al 27%, Danimarca-Croazia-Svezia al 25%, Finlandia 24%, Lettonia-Lituania-Repubblica Ceca 21% e Bulgaria 20%.

Togliere l’Iva sarebbe un sogno, già solo abbassarla al 10 – o addirittura al 4 – sarebbe già un grande traguardo.

Tutti i dati sopracitati, insieme ad altri che sono accompagnati da spiegazioni e ragionamenti più che condivisibili, sono racchiusi in un pamphlet di 100 pagine scritto da Beatrice Brignone, segretaria di Possibile, ed edito da People.pub. Nelle pagine del libro si nota facilmente come il ciclo mestruale sia ancora un tabù per intere popolazioni e come non si capisca che il costo degli assorbenti e di tutta la cerchia dell’igiene personale femminile pesi abbondantemente sui costi mensili ed annuali di una donna.

Leggere queste pagine mi è servito per capire quanto le condizioni igienico-sanitarie della donna possono essere invalidanti all’interno della nostra società. Sicuramente vedere che Civati e Parenzo abbiano capito e si siano espressi pubblicamente su un argomento considerato troppo femminile e troppo “segreto” mi ha piacevolmente stupito, significa che si sta capendo che se una lotta riguarda una categoria di persone allora può essere considerata una lotta di tutti.

Sicuramente il recuperare tutti i dati presenti nel testo è stato un duro lavoro, però rendono maggiormente interessante l’argomento perché tutti gli esempi e i dati concreti danno al lettore e alla lettrice un contesto preciso.

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